Come Instagram ha standardizzato i canoni di bellezza nel mondo…
Il rapporto con la tecnologia spesso degenera in forme di abuso e dipendenza e ha un impatto sempre più rilevante nell’immagine che abbiamo di noi stessi. Attraverso la fotocamera del telefono o del computer, oppure da una fotografia scattata da amici e condivisa in rete ci vediamo da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta: rughe, occhiaie, doppio mento che potevano essere sfuggiti davanti allo specchio restano invece ben visibili sulle bacheche dei social.
Tutto ciò sfocia in un boom di chirurgia estetica per avere più like sui selfie con un intervento per aumentare il volume del seno, una liposuzione per diventare più snelle, un ritocco per cancellare i segni del tempo dal viso. Negli stati uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Ma non solo! Sull’account Instagram @Insta_Repeat si scopre una verità schiacciante: sui social network postiamo tutti le stesse cose.
Una faccia dai connotati ben precisi che un recente articolo del New Yorker ha definito proprio Instagram face, tracciando i contorni di quelli che sono diventati a tutti gli effetti i canoni di bellezza dominanti nell’era di Instagram: viso giovane, incarnato di porcellana, zigomi alti e pieni, occhi da cerbiatta, ciglia cartoon, naso piccolo e stretto e labbra turgide e piene
Possiamo comprendere questo fenomeno attraverso la parola standardizzazione che si sta diffondendo in maniera sempre più radicale ed estesa tra gli utenti comuni. Il desiderio comune è di apparire sempre più simili ai propri idoli estetici ma anche quello di sentirsi accettati e soprattutto apprezzati, meglio se sotto forma di like visibili.
La nostra percezione di noi stessi viene ogni giorno sottoposta a distorsione prima dai filtri bellezza di Snapchat, ora anche presenti su Instagram. In America va per la maggiore FaceTune, app che in solo tap cancella rughe, discromie e imperfezioni e ridefinisce le proporzioni del viso seguendo i dettami della Instagram face.
Oggi giorno ci troviamo divisi nel continuo scontro tra il sentirsi accettati aderendo a standard estetici utopici omologati e le nuove campagne per l’inclusività e la diversità che enfatizzano il concetto di pluralità; esattamente l’opposto dell’uniformità incoraggiata dai social media.
Così, se da un lato i movimenti femministi promuovono un’idea di bellezza unica e quindi speciale, che trasforma gli inestetismi in punti di forza (cc: lentiggini, smagliature, cellulite, peli femminili…) e fa della diversità il suo mantra, dall’altra Instagram, in particolare Oltreoceano, veicola prepotentemente immagini ritoccate, spianate, uniformate: un’ode all’Instagram face che nella vita reale si traduce in un aumento degli interventi di chirurgia estetica.