Smart working, Zuckerberg e Twitter dicono sì al lavoro da remoto

Se ne è sempre parlato ma solo recentemente, a causa del Coronavirus che ci ha letteralmente “tappati” dentro le nostre abitazioni, abbiamo iniziato a sperimentare lo smart working. Lavorare da casa offre innumerevoli vantaggi alcuni dei quali l’abbassamento dei costi fissi per le aziende, il risparmio di tempo e denaro per i lavoratori (pensate al tempo perso nel traffico delle grandi città e al relativo risparmio di carburante), meno Smog e di conseguenza riduzione del tasso di inquinamento del nostro amato e sofferente Pianeta. Il mondo intero ne parla da anni, qualche coraggioso ed intraprendente imprenditore lo aveva anche già provato e sostenuto ma niente…. serviva una Pandemia…

Il lavoro da remoto un’importante risorsa!

Lo stesso Zuckemberg ha recentemente affermato che la metà dei dipendenti di Facebook potrebbe lavorare da remoto entro il 2030. Ovviamente non si tratta né di un target né di un obiettivo. “La verità è che la maggiore parte di noi sta lavorando da remoto a questo punto”, afferma Zuckerberg.

Anche Twitter non sarà da meno, sì perché l’intenzione è quella di consentire ai suoi dipendenti di lavorare a casa per sempre, almeno a coloro che possono effettuare le loro funzioni lontano dall’ufficio. “Gli ultimi mesi hanno dimostrato” che il lavoro da casa “può funzionare. Se i nostri dipendenti sono in un ruolo e in una situazione che consente loro di lavorare da casa e se vogliono continuare a farlo per sempre lo renderemo possibile”, afferma Twitter sul suo blog. 

Per quanto riguarda l’Italia questo metodo di lavoro sembra ancora oggi non riuscire a decollare del tutto. Sicuramente c’è una maggiore conoscenza al riguardo. Il lavoro agile riguarda ormai in Italia milioni di persone e non più una minoranza ma servono nuove regole per non sprecare questa straordinaria opportunità. Sarà una rivoluzione tutta da raccontare?