Nei prossimi anni le imprese saranno sempre più digitali e si è largamente discusso dell’Industry 4.0, la rivoluzione che porterà all’ automazione di molte attività con una conseguente forte riduzione del personale umano in azienda. L’evoluzione tecnologica sta infatti determinando un cambiamento epocale che riguarderà ogni settore e ogni lavoratore, in particolare i più giovani.
Nel valutare le potenzialità dei nuovi profili professionali da assumere, infatti, nei prossimi anni le imprese considereranno come prioritarie competenze digitali ritenute fino a oggi secondarie. Secondo i dati del World Economic Forum (il più famoso incontro tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale con intellettuali e giornalisti selezionati, sulle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare), entro il 2020 ben sette milioni di posti di lavoro saranno rimpiazzati da robot e intelligenza artificiale. Un panorama incredibilmente innovativo se si pensa alle tecnologie che saranno impiegate, quanto svilente se ci si sofferma sulle persone che saranno costrette a cambiare vita.
La buona notizia è che il passaggio sarà graduale e che tutti i dati accumulati dovranno essere controllati e tenuti al sicuro con l’apporto delle risorse umane. In generale, a fronte di tanti posti di lavoro persi, se ne creeranno due milioni di nuovi e diversi. Accanto a cybersecurity specialist, business intelligent analyst, data scientist e data specialist, spiccherà la figura del Cloud Architect, con lo scopo specifico di far capire come il cloud computing possa entrare in un’azienda, in che modo possa modificare lo status quo delle risorse IT già presenti e quale valore aggiunto possa offrire al business.
Cloud computing: cosa è?
Con questo termine si fa riferimento ad una serie di tecnologie che permettono di elaborare, archiviare e memorizzare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware e software distribuite nella rete. Banalmente, possiamo dire che stiamo utilizzando un servizio cloud quando in qualche modo, tramite pc, smartphone o altri dispositivi sfruttiamo delle risorse o dei servizi attraverso la rete.
Una figura complessa, ma…
Specializzato nella gestione dei sistemi informatici e cloud computing, il ruolo del Cloud Architect è quello di progettare e costruire ambienti cloud scalabili (facilmente gestibili) e resilienti (in grado di rispondere positivamente al cambiamento), che si adattino il più possibile alle esigenze di business di un’impresa. Il Cloud Architect è dunque una figura sempre più apprezzata e ricercata e ha la funzione di “facilitatore” nel complesso processo di trasformazione digitale che le aziende stanno vivendo. Attualmente sono pochi i professionisti in grado di migrare i propri dati all’interno di un public cloud (fornito da un provider che rende disponibili, attraverso la rete, risorse come macchine virtuali, server, storage e applicazioni in grado di provvedere alla configurazione e alla gestione del sistema) e le aziende si affidano a consulenti esterni che generalmente fanno parte solo di progetti mirati e a breve termine.
In vista di questi mutamenti massivi ogni azienda avrà bisogno di figure con queste competenze, coinvolgendoli nel proprio organico in progetti più strutturali.
A fronte di una richiesta che si preannuncia esponenziale, è necessario però che ci sia la giusta formazione dei singoli profili: un buon Cloud Architect non deve solamente avere un’accurata conoscenza dei sistemi di cloud computing e delle soluzioni IT più rilevanti, ma deve possedere anche una buona comprensione del back-end e delle sue risorse a basso livello: dalle reti allo storage, fino all’hypervisor, con l’obiettivo di poter fornire alle aziende delle soluzioni sicure, capaci di mitigare i rischi associati alle infrastrutture cloud. In ambito IT, il Cloud Architect collabora con i project manager nel disegno delle applicazioni mission critical, basate sull’utilizzo di tecnologie cloud-oriented; affianca i team di progetto nella corretta applicazione di linee guida e nel troubleshooting delle problematiche che emergono nel corso del ciclo di vita delle applicazioni.
I requisiti principali, oltre la programmazione…
Il ruolo del Cloud Architect è fondamentale dal punto di vista della sicurezza infrastrutturale così come della riduzione dei costi, ma non solo. Si tratta infatti di una figura professionale particolarmente dinamica, in costante cambiamento, sempre attenta ad adeguarsi all’evoluzione dei sistemi tecnologici. Una trasformazione che vede la figura del Cloud Aarchitect centrale, perché in grado di gestire direttamente e con maggiore competenza le transazioni end-to-end della piattaforma. Non solo programmazione ma anche capacità di apertura, valutazione e sperimentazione. Per prima cosa, un cloud architect deve capire a quale ecosistema si trova di fronte e avere una visione di insieme, comprendendo come si interfacciano i componenti, come comunicano le procedure e come interagiscono tutti gli elementi dell’ambito in cui si deve agire.
Altra peculiarità è quella di saper parlare di affari . Un professionista del cloud deve saper identificare il ROI (Return on Investment) di una soluzione cloud in una determinata organizzazione, deve valutare le metriche, le abitudini degli utenti e molto altro per riuscire a quantificare il vantaggio business che un’eventuale soluzione cloud può offrire. E una volta individuato il vantaggio, deve saperlo esporre a professionisti marketing e amministratori, per i quali il linguaggio tecnico ha poco valore. Infine, un cloud architect deve essere uno sperimentatore. Non deve avere paura dei cambiamenti e delle innovazioni, ma deve essere testimone dell’evoluzione. Implementare nuove piattaforme è più facile che mai ed è importante valutare nuove soluzioni, verificarne i vantaggi e decidere se arruolarle nel proprio arsenale di lavoro.
Tratto da Uomo&Manager di Marzo 2017